Le foreste dell’area alpina nel passato sono state intensamente tagliate o modificate dall’uomo ma, a differenza delle foreste di conifere temperate di pianura o delle foreste boreali, i nostri boschi non hanno mai svolto esclusivamente una funzione produttiva ma sono tradizionalmente delle foreste a uso multiplo. Qui la produzione è sempre stata condizionata da altre aspettative tra le quali storicamente sono risultate prevalenti la funzione di protezione (boschi banditi) e quella di pascolo (lariceti pascolati), oltre alla produzione del legname in modo da ottenere il massimo dei benefici economici e sociali. Oggi, nuove esigenze sono quelle legate alle attese turistico-ricreative, paesaggistiche, naturalistiche ecc. Le vecchie e le nuove funzioni coesistono ed a volte sono in competizione tra loro.
Questo aspetto rappresenta un problema importante nella gestione selvicolturale. Infatti la maggior parte dei nostri popolamenti forestali deriva storicamente da una gestione, o da una non gestione, finalizzata a scopi anche molto diversi da quelli che sono invece richiesti attualmente dalla società e dai fruitori della foresta. Nello stesso modo i nostri interventi attuali sono rivolti a valorizzare esigenze che potrebbero radicalmente cambiare nel corso della vita dei popolamenti forestali.
E’ quindi di fondamentale importanza, attraverso la selvicoltura, cercare di valorizzare le richieste più urgenti e sentite della società ma, nello stesso tempo, avere uno sguardo di lungo periodo che permetta il mantenimento della funzionalità e della peculiarità dei singoli popolamenti forestali.
Attualmente la produzione di legname ha una importanza di molto inferiore rispetto al passato ed in molto casi viene addirittura vista con sospetto da parte di settori della pubblica opinione.
I proprietari forestali e i settori di popolazione locale più direttamente coinvolti, per attività economica e per consapevolezza delle tradizioni e caratteristiche del proprio territorio, riversano sulla foresta ancora giuste attese di tipo produttivo, ossia associano al bosco il concetto di utilizzazione forestale, mentre altri ampi settori di opinione riversano sulla foreste unicamente attese di tipo estetico e fruitivo, inconsapevoli del fatto che l’attuale struttura dei boschi deriva da una serie secolare di trattamenti selvicolturali e che la soddisfazione delle esigenze fruitive ed estetiche comporta l’esecuzione di interventi selvicolturali non essendo ipotizzabile una sorta di “cristallizzazione” di strutture biologiche complesse che per loro natura evolvono e regrediscono ciclicamente.
Negli ultimi decenni parte dell’opinione pubblica ed esponenti del mondo scientifico sollecitano una gestione delle foreste attenta alla biodiversità ed alla sostenibilità, puntando ad un complessivo arricchimento e degli ecosistemi forestali. Tale esigenza assolutamente doverosa, mentre pone solo limitatamente problemi di conflitto con le aspettative di produzione e di protezione, confligge con le aspettative di fruizione turistica ed estetica; esemplificativo a tal riguardo è il concetto di “bosco pulito”, dunque di aspetto paesaggistico gradevole e di facile fruibilità, ma frutto di strutture banalizzate e derivante da un complessivo impoverimento dell’ecosistema.
Compito dell’assestamento forestale è dunque il proporre soluzioni gestionali capaci di coniugare attese dell'uomo e caratteristiche ecologiche degli alberi, nella convinzione che solo boschi in equilibrio naturale con la stazione ed orientati secondo la loro dinamica naturale, possono garantire la perpuetazione del patrimonio boschivo, la sua massima redditività nel lungo periodo ed il miglior assolvimento complessivo delle funzioni assegnate.
Strumento della pianificazione forestale è il Piano Forestale Aziendale che, attraverso la suddivisione del complesso boscato in aree omogenee, definisce le priorità di funzione attesa e formula gli indirizzi gestionali necessari per il loro conseguimento, mediando tra i potenziali conflitti di interesse in merito alle diverse funzioni attese da parte dei diversi soggetti ed interessi coinvolti e mirando all’obiettivo generale di una gestione forestale sostenibile, sia in ottica economica che soprattutto nella più complessiva ottica ecosistemica.
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